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L’AI è una realtà: nel bene o nel male… un momento cruciale

L’AI è una realtà: nel bene o nel male… un momento cruciale. Qualche settimana fa, la major discografica Universal – primo gruppo musicale al mondo, con il 37,5% del mercato globale nel 2022 – aveva bloccato la diffusione di un video realizzato con l’intelligenza artificiale. Il brano in questione univa le voci di due suoi artisti per creare una canzone nuova. Ieri il cambio di rotta, annunciando un accordo con Endel, una piccola società di produzione musicale berlinese che realizza musica tramite AI.

L’AI è una realtà: nel bene o nel male… un momento cruciale

Si tratta certamente di una tappa fondamentale per il rapporto tra l’industria musicale e l’intelligenza artificiale. Come impatto potenziale pari all’epocale passaggio da Napster a iTunes. Finisce l’era dei pionieri, comincia quella delle major. In base all’accordo, le aziende utilizzeranno l’AI proprietaria di Endel per consentire ai suoi artisti di creare brani musicali ex novo. Una partnership, che almeno da quanto dichiarato da Universal ed Endel, rispetterà sempre i diritti dei creatori, mettendo al centro del processo creativo gli artisti stessi.

L’influenza sul nostro umore

Per produrre musica, Endel usa suoni forniti dall’artista per creare paesaggi musicali guidati da intuizioni scientifiche su come la musica influenza il nostro stato mentale. Questa innovativa startup ha collaborato con Mercedes-Benz Group Research, Nura, All Nippon Airways e altri. Nel 2020, Endel è diventata l’app dell’anno per l’Apple Watch e di recente ha ricevuto il premio Google Play Best of 2021.

L’antesignano

Il musicista inglese Brian Eno parla di “musica generativa dal” 1975, dai tempi dell’album Discreet Music, realizzato partendo da frammenti del Canone di Johann Pachelbel, riproducendoli a diverse velocità e con diversi strumenti ad arco. Pubblicando poi nel 2017 un brano di 54 minuti, Reflection, nell’ambito di un progetto realizzato nell’omonima app per iPhone, iPad e Apple tv.

C’è anche chi si diverte a mescolare le carte con cover fantascientifiche

Su YouTube si può ascoltare la beatlesiana Yesterday cantata da Freddie Mercury (ascoltala QUI SOTTO). Anche se il compianto leader dei Queen non ha mai inciso una cover della hit dei Fab Four. Anche questo brano, come molti altri, è stato prodotto con l’ausilio dall’intelligenza artificiale. Brani che al primo ascolto sembrano davvero autentici, ma a un orecchio più attento non nascondo minute distorsioni e imperfezioni.

Tra Kurt Cobain che canta i Foo Fighters e Michael Jackson che propone una cover di Bruno Mars c’è di che sbizzarrirsi. Senza pensare alle canzoni generate dall’AI, come Heart on My Sleeve, brano di Drake e The Weeknd che i due non hanno mai scritto né registrato. La stessa che su TikTok aveva confuso milioni di utenti.

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